Sul corretto uso dei Social Network: croce e delizia degli Infermieri

In questi ultimi tempi sono aumentati i post che riproducono le situazioni lavorative connesse all’epidemia COVID-19. Molti di questi post sono risultati veramente rappresentativi della fatica quotidiana e dei rischi insiti in questo periodo, ancor più che nel passato, nell’esercizio della nostra professione.

L’uso dei Social è oramai strumento diffuso ed è usato, in modo particolare tra le generazioni più giovani, come semplice e immediato sistema di comunicazione. Peraltro esso è nel contempo uno strumento di comunicazione potente che facilmente travasa contenuti aldilà della stretta cerchia di contatti di ogni singola persona. Per questo occorre essere anche prudenti, possedere il senso di responsabilità di avere nelle mani uno strumento che, come ogni strumento, va ben utilizzato perché altrimenti può avere ricadute anche negative sull’immagine della professione: un bene comune che va tutelato al massimo perché altrimenti si rischia di minare la fiducia utente/infermiere con una ricaduta sui processi assistenziali a danno degli stessi assistiti.

Se le immagini comparse in divisa con le scritte nell’ambito della campagna “#io resto a casa” sono state importantissime, se i volti e le mani provate dall’uso prolungato dei DPI hanno ben rappresentato quanto duro sia stato il lavoro di noi tutti, altri post, scritti per sdrammatizzare o per fare battute scherzose, non sempre hanno prodotto l’effetto voluto, qualche volta hanno suscitato aspre critiche.

Lo stesso dicasi per i commenti negativi che vengono pubblicati a commento di post che non piacciono. Anche in questo caso è necessario rammentare che ognuno di noi rappresenta tutta la Professione. Criticare è lecito, ma sempre con un linguaggio corretto, evitando forme dialettali pesanti che se espresse in contesti colloquiali possono avere, in qualche raro caso, un tono simpatico, mentre nella conversazione scritta assumono più di sovente una valenza negativa.

Prima di renderla pubblica occorre sempre pensare come potrebbe essere interpretata un’immagine o una parola da parte di chi osserva o legge. Il ballo di felicità degli infermieri per una Terapia Intensiva dove non si ricovera più nessuno, se per noi assume un significato positivo, per altri può essere vista come una manifestazione di leggerezza (e non mancano anche i manipolatori che costruiscono con queste immagini delle vere e proprie fake news), così come uno sfottimento e un’invettiva dialettale possono risultare unicamente una volgarità ed espressione di maleducazione.

Pertanto continuiamo a pubblicare sui social le nostre belle immagini, (meglio se prima o al termine del turno di servizio) le nostre riflessioni, le nostre critiche: sono tutte manifestazioni e rappresentazioni importanti della nostra importante professione, ma con quella saggia, accorta e competente capacità comunicativa che è uno dei patrimoni importanti dell’agire infermieristico.

Lettera aperta del consiglio direttivo OPI Livorno rivolta alle colleghe e ai colleghi
(deliberata durante la riunione in video conferenza del 25.04.2020)

 

 

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